Dal 13 gennaio 2025, arriva nei cinema italiani “Il mestiere di vivere”, il documentario firmato da Giovanna Gagliardo che rende omaggio a Cesare Pavese, uno dei protagonisti più influenti della letteratura italiana del Novecento. Prodotto da Luce Cinecittà in collaborazione con Rai Documentari, il film offre un’immersione profonda nella vita e nell’opera dell’intellettuale piemontese attraverso un viaggio tra parole, immagini e luoghi a lui cari. Presentato in concorso nella sezione documentari del Torino Film Festival 2024, “Il mestiere di vivere” si distingue per la sua capacità di far dialogare passato e presente, rivelando un Pavese più attuale che mai.
Un itinerario tra città e poesia
La prima proiezione del film si terrà a Roma, al Cinema Farnese, e darà il via a un tour di eventi speciali che toccherà diverse città italiane, tra cui Torino, Milano, Bologna, Firenze, Pisa e Avellino. Ogni proiezione sarà arricchita dalla presenza della regista Giovanna Gagliardo, che offrirà un’occasione unica per approfondire il processo creativo dietro la realizzazione di questo documentario.
“Il mestiere di vivere” non si limita a raccontare l’autore di opere come “La luna e i falò”, ma esplora anche l’uomo dietro la penna, tracciando un ritratto intimo e complesso. L’intento è chiaro: superare i cliché che lo hanno spesso etichettato come il “poeta infelice”, suicida per amore, per riscoprire invece un intellettuale poliedrico e un pensatore che continua a influenzare il panorama culturale contemporaneo.
“Il mestiere di vivere”: Capitoli di una vita e di una carriera
Gagliardo costruisce il suo racconto suddividendolo in capitoli, ognuno dedicato a uno dei “mestieri” che hanno caratterizzato la breve ma intensa vita di Pavese. Poeta, romanziere, traduttore e promotore della letteratura americana in Italia, Pavese è stato un pioniere nel creare un ponte tra culture diverse. Fu inoltre uno dei pilastri della Casa Editrice Einaudi, contribuendo a ridefinire il panorama editoriale italiano del ventesimo secolo.
Questa struttura narrativa permette di mettere in luce la versatilità di Pavese, un uomo che ha saputo trasformare ogni aspetto della sua vita in un “mestiere”, inteso non solo come attività pratica, ma come una forma di impegno esistenziale. Come sottolineato dalla regista, per Pavese “la letteratura è mestiere, la poesia è mestiere, la vita stessa è mestiere”.
Una narrazione che emoziona e ispira
Il documentario alterna materiali d’archivio e interviste contemporanee a suggestioni visive e musicali. Le immagini dei paesaggi piemontesi – in particolare le colline di Santo Stefano Belbo, luogo natale dello scrittore – si fondono con le sue parole, tratte da poesie, lettere e diari. A dare voce a Pavese è l’attore Emanuele Puppio, che riesce a trasmettere tutta la profondità e la sensibilità dello scrittore.
Tra le testimonianze spiccano quelle di figure come Fernanda Pivano, Natalia Ginzburg e Tullio Pinelli, oltre a contributi di critici e intellettuali contemporanei come Steve Della Casa e Claudia Durastanti. Questi interventi aiutano a contestualizzare l’opera di Pavese, sottolineando la sua capacità di anticipare temi e sensibilità che ancora oggi risuonano con forza.
Le parole della regista
“Rileggere Pavese oggi è stata una vera folgorazione,” ha dichiarato Giovanna Gagliardo. Cresciuta a Torino e profondamente legata alla cultura piemontese, la regista ha trovato nello scrittore un compagno di viaggio in grado di parlare non solo al passato, ma al presente. “Pavese ti costringe a mettere in discussione ogni certezza, non offre risposte semplici e non cerca la tua approvazione. Questo lo rende uno degli intellettuali più necessari del nostro tempo,” ha aggiunto.
Gagliardo sfida inoltre l’immagine stereotipata di Pavese come figura tragica e malinconica, proponendo invece un ritratto di un uomo vitale, scomodo e provocatorio. “Non è solo il poeta infelice che ricordiamo frettolosamente, ma un intellettuale capace di arricchire il nostro modo di guardare il mondo. L’ho lasciato come scrittore locale e generazionale, e l’ho ritrovato con il respiro dei classici,” ha concluso.
Un omaggio necessario
La realizzazione del documentario ha coinvolto importanti istituzioni, tra cui la Film Commission Torino Piemonte e l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, con il patrocinio della Città di Torino. Questo progetto non è solo un tributo a Pavese, ma anche un invito a riscoprire la sua opera e il suo messaggio in chiave contemporanea.
“Il mestiere di vivere” non è soltanto un film su Cesare Pavese; è un viaggio nella memoria collettiva di un paese, un ritratto di un uomo che, attraverso la sua opera, ha saputo dare voce alle inquietudini e alle speranze di intere generazioni. Un documentario che celebra non solo il passato, ma anche il potere della letteratura di illuminare il presente.