Luì e Sofì, i celebri Me Contro Te, tornano al cinema con il loro primo film natalizio, “Cattivissimi a Natale”, prodotto da Warner Bros. Pictures. Dal loro esordio cinematografico nel 2020, il duo ha saputo consolidare il proprio successo grazie a un linguaggio semplice, pensato esclusivamente per un pubblico under 10. Ora, con questo settimo capitolo della loro saga, portano in sala una fiaba moderna ambientata nel cuore del villaggio di Babbo Natale, capace di coniugare tradizione natalizia e narrazione innovativa.
“Cattivissimi a Natale”: Una trama che unisce tradizione e originalità
Il film si apre con i preparativi della Vigilia di Natale al Polo Nord. Nel laboratorio di Babbo Natale fervono i lavori: gli elfi confezionano regali e sistemano pacchetti sotto la neve soffice che avvolge il villaggio. Ma tra loro c’è un elfo decisamente fuori dagli schemi, Zenzero, che con i suoi capelli rossicci e il sorriso malizioso sogna di rovinare le feste a tutti i bambini buoni.
Zenzero non è il solo a desiderare un Natale meno tradizionale: il Signor S., storico antagonista della saga, si ritrova coinvolto in una serie di eventi che lo portano al Polo Nord insieme alla perfida Perfidia e alla sua giovane figlia Velenia. In un ribaltamento di ruoli inaspettato, saranno proprio i “cattivi” a trovarsi al centro dell’azione, chiamati a risolvere il caos causato da Zenzero e a salvare la festa più amata dell’anno.
Un progetto innovativo per il cinema italiano
“Cattivissimi a Natale” non è solo una semplice avventura natalizia. Questo film rappresenta un passo avanti per il panorama cinematografico italiano destinato ai bambini, introducendo il concetto di universo condiviso. Luì e Sofì, pur presenti nella narrazione, lasciano spazio ad altri personaggi già noti ai fan, come il Signor S. e Perfidia, per sviluppare una storia autonoma ma ambientata nello stesso mondo. Questa struttura narrativa ricorda il modello utilizzato in franchise come “Star Wars” o nel Marvel Cinematic Universe, dove ogni film aggiunge un tassello al mosaico di un mondo più ampio.
In “Cattivissimi a Natale”, i protagonisti tradizionali diventano più che altro dei garanti, accogliendo il pubblico nel loro universo narrativo senza necessariamente rubare la scena. Questo approccio permette di esplorare nuove dinamiche e arricchire la mitologia della saga, rendendola più coinvolgente per i giovani spettatori.
Un modello vincente per i più piccoli
La decisione di Warner Bros. di puntare su di loro si è rivelata una strategia vincente. Intercettare un pubblico giovane significa infatti garantirsi il coinvolgimento di almeno due spettatori per biglietto venduto: il bambino e il genitore accompagnatore. Questo formato, che spesso riduce la durata dei film a quella di un mediometraggio, è particolarmente adatto ai più piccoli, garantendo un’esperienza cinematografica accessibile e coinvolgente.
Il fascino del Natale e il richiamo ai grandi classici
“Cattivissimi a Natale” strizza l’occhio a modelli internazionali, richiamando elementi tipici delle pellicole natalizie americane, come la combinazione di buoni sentimenti, avventura e un pizzico di commozione. La figura di Zenzero, con la sua vena ribelle, ricorda quella del Grinch, mentre le dinamiche familiari tra Perfidia e Velenia evocano i conflitti generazionali spesso presenti nei racconti natalizi.
Tuttavia, “Cattivissimi a Natale” riesce a distinguersi grazie alla sua originalità e al legame con l’universo narrativo dei Me Contro Te, che gli conferisce una specificità tutta italiana. La scelta di dare più spazio agli antagonisti della serie rappresenta un’interessante evoluzione rispetto ai film precedenti, che erano più focalizzati su gag comiche e situazioni leggere.