Il mondo del cinema piange la scomparsa di Olivia Hussey Eisley, l’attrice che ha incarnato l’indimenticabile Giulietta nell’adattamento cinematografico del 1968 di “Romeo e Giulietta” diretto da Franco Zeffirelli. L’annuncio della sua morte, avvenuta il 27 dicembre a 73 anni, è stato diffuso attraverso un post sul suo profilo Instagram ufficiale.
“Con immenso dolore comunichiamo che Olivia ci ha lasciati serenamente nella sua casa, circondata dall’affetto dei suoi cari,” si legge nella dichiarazione. “Olivia era una persona straordinaria, il cui calore, saggezza e gentilezza autentica hanno arricchito la vita di chiunque l’abbia conosciuta.”
Un successo precoce e controverso per Olivia Hussey
Nata a Buenos Aires il 17 aprile 1951, Olivia Hussey si trasferì a Londra a soli sette anni, dove iniziò a coltivare il suo talento drammatico alla prestigiosa Italia Conti Academy. La sua carriera decollò a soli 15 anni, quando Zeffirelli la scelse per interpretare Giulietta in quella che sarebbe diventata una delle versioni cinematografiche più amate del capolavoro shakespeariano. La sua interpretazione le valse un Golden Globe come miglior giovane attrice, consacrandola come una stella emergente del panorama internazionale.
Tuttavia, il film non fu esente da polemiche. Decenni dopo, Hussey e il co-protagonista Leonard Whiting citarono in giudizio la Paramount Pictures, sostenendo che Franco Zeffirelli li avesse persuasi a girare scene di nudo nonostante le rassicurazioni iniziali che non sarebbe stato necessario. All’epoca delle riprese, Hussey aveva solo 15 anni e Whiting 16. La causa, intentata per oltre 500 milioni di dollari di danni, venne respinta nel 2023, con il giudice che giudicò le scene non sufficientemente “sessualmente esplicite” da giustificare le accuse.
Un’eredità artistica e spirituale
La carriera di Olivia Hussey si estese ben oltre il ruolo che la rese famosa. Nel 1974, partecipò al film horror “Black Christmas”, considerato un precursore del genere slasher, e nel 1977 tornò a collaborare con Zeffirelli interpretando Maria nella miniserie televisiva “Gesù di Nazareth”. Il suo talento la portò anche sul set del film “Assassinio sul Nilo” (1978), tratto dall’omonimo romanzo di Agatha Christie.
Negli anni ’90, consolidò il suo status di “regina del grido” con ruoli in pellicole horror come “Psycho IV: The Beginning” e l’adattamento televisivo di “It” di Stephen King. Verso la fine della sua carriera, si dedicò anche al doppiaggio di videogiochi e apparve in progetti cinematografici innovativi, come “Social Suicide” del 2015, una rivisitazione moderna della tragedia di Romeo e Giulietta ambientata nell’era dei social media.
Una vita dedicata all’amore e all’arte
Olivia Hussey era nota non solo per il suo talento, ma anche per la sua dedizione alla spiritualità e all’amore verso gli animali. La dichiarazione della sua famiglia sottolinea come abbia vissuto una vita piena di passione e generosità, valori che ha trasmesso ai suoi figli Alex, Max e India, al marito David Glen Eisley, con cui ha condiviso 35 anni di matrimonio, e al nipote Greyson.
Mentre il mondo del cinema si unisce al lutto per la perdita di un’anima così speciale, la famiglia chiede rispetto per la propria privacy in questo momento difficile. “Mentre piangiamo questa immensa perdita, celebriamo anche l’impatto duraturo di Olivia sulle nostre vite e sull’industria cinematografica. Il suo amore e la sua eredità rimarranno per sempre nei nostri cuori.”
La scomparsa di Olivia Hussey Eisley segna la fine di un’epoca, ma il suo contributo al mondo dell’arte continuerà a risplendere attraverso le sue interpretazioni e il ricordo affettuoso di chi l’ha conosciuta.