Quando nel 2017 è arrivato nelle sale “Kingsman: Il cerchio d’oro”, il secondo capitolo dell’esuberante saga spionistica ideata da Matthew Vaughn, il pubblico si è trovato di fronte a un’esplosione di azione sopra le righe, umorismo tagliente e uno stile visivo inconfondibile. Ma dietro la patina patinata e gli inseguimenti spettacolari, si nascondono una serie di curiosità e retroscena che rendono il film ancora più interessante agli occhi degli appassionati.
Il ritorno (inaspettato) di Harry Hart
Uno dei momenti più sorprendenti di “Kingsman: Il cerchio d’oro” è il ritorno del personaggio interpretato da Colin Firth, dato per morto nel primo film. Il regista Vaughn ha ammesso che inizialmente Harry Hart non doveva tornare, ma la reazione dei fan è stata così forte da costringerli a rivedere i piani. Così è nata la trovata della pallottola alla testa che non uccide, ma causa amnesia—a modo loro, una trovata perfettamente in linea con lo stile assurdo del franchise.
Gli Stati Uniti entrano in scena
Con “Kingsman: Il cerchio d’oro”, la saga si espande geograficamente e introduce la versione americana dell’organizzazione spionistica: gli Statesman. Questa scelta ha permesso al film di giocare con gli stereotipi culturali — basti pensare ai nomi in codice legati agli alcolici (Tequila, Whiskey, Champagne) — e allargare il cast con nomi del calibro di Channing Tatum, Halle Berry e Jeff Bridges. Curiosamente, il personaggio di Tequila, interpretato da Tatum, doveva inizialmente avere un ruolo molto più importante, ma le modifiche alla sceneggiatura hanno ridotto la sua presenza.
L’ossessione per lo stile anche in “Kingsman: Il cerchio d’oro”
In perfetta continuità con il primo film, anche in “Kingsman: Il cerchio d’oro” l’eleganza è quasi un personaggio a sé stante. I costumi sono stati curati con una precisione maniacale. Il sarto del film, la vera ditta Huntsman di Savile Row, ha collaborato attivamente per creare abiti che fossero impeccabili ma anche adatti alle acrobazie delle scene d’azione. L’obiettivo era chiaro: mostrare che anche durante una sparatoria si può mantenere un look da copertina.
Effetti pratici e acrobazie
Sebbene il film sia ricco di effetti visivi digitali, una parte consistente delle scene d’azione è stata realizzata con effetti pratici. Ad esempio, la sequenza iniziale in taxi è stata girata realmente in movimento, con stuntman professionisti e un lungo lavoro di coordinamento. Taron Egerton, interprete di Eggsy, ha seguito un intenso addestramento fisico per eseguire molte acrobazie senza l’uso di controfigure.
Elton John, un cameo fuori controllo in “Kingsman: Il cerchio d’oro”
Elton John compare nel film non solo come se stesso, ma come una versione caricaturale e scatenata. In realtà, era stato già contattato per un ruolo nel primo film, ma all’epoca non poté partecipare. Quando ha accettato di unirsi al sequel, lo ha fatto con l’entusiasmo che lo contraddistingue: non si è tirato indietro nemmeno davanti a scene in cui combatte in abiti di scena con calci volanti. È stato lui stesso a chiedere che le sue sequenze fossero ancora più sopra le righe.
Camei nascosti e easter egg
Come da tradizione del genere, anche “Kingsman: Il cerchio d’oro” è pieno di piccoli dettagli nascosti. Uno dei più curiosi riguarda il barbiere della sede degli Statesman, che fa un taglio molto simile a quello di James Dean — un riferimento voluto, inserito come omaggio al cinema americano degli anni ’50. Inoltre, il cane robotico di Poppy (Julianne Moore), villain del film, ha un nome che fa riferimento diretto al cane di Elton John nella vita reale.
Un sequel che anticipa un universo espanso
Già durante la lavorazione di “Kingsman: Il cerchio d’oro”, i produttori avevano in mente l’idea di espandere il franchise con spin-off e prequel. Questo spiega la ricchezza di personaggi nuovi e la costruzione di un mondo più ampio rispetto al primo film. Il prequel “The King’s Man” (uscito nel 2021) è stato proprio la realizzazione di quella visione.