Uscito nel 2014 e diretto da Matthew Vaughn, “Kingsman: Secret Service” ha ridefinito il concetto di film di spionaggio con il suo stile irriverente, le sequenze d’azione spettacolari e una narrazione che fonde eleganza britannica e ironia tagliente. Ma dietro la superficie levigata del film si nascondono aneddoti, curiosità e retroscena che raccontano un percorso creativo tutt’altro che convenzionale.
“Kingsman: Secret Service”: Un adattamento fuori dagli schemi
Il film è tratto dal fumetto “The Secret Service”, ideato da Mark Millar e Dave Gibbons. Tuttavia, Vaughn e la sceneggiatrice Jane Goldman si sono presi molte libertà creative. L’idea era quella di rendere omaggio ai classici di James Bond, ma con una vena sovversiva e una forte componente satirica. Non a caso, Millar stesso ha definito “Kingsman: Secret Service” “più una lettera d’amore che un adattamento”.
Colin Firth, un agente segreto inaspettato
Una delle sorprese più grandi fu la scelta di Colin Firth per interpretare Harry Hart, alias Galahad. L’attore, celebre per ruoli romantici e drammatici, non era noto per la sua presenza in film d’azione. Per prepararsi, Firth si è allenato per sei mesi in discipline di combattimento corpo a corpo. Il risultato? Il pubblico fu sbalordito dalla sua performance, soprattutto nella celebre scena della chiesa, girata in un’unica sequenza quasi ininterrotta.
La scena della chiesa: un virtuosismo tecnico
Parlando di quella scena, è impossibile non citare il suo impatto visivo. Girata in una chiesa del Kentucky, la sequenza dura oltre tre minuti e mostra una brutale lotta tra Harry e un’intera congregazione sotto l’effetto di un segnale psicoacustico. Matthew Vaughn e il direttore della fotografia Ben Davis hanno utilizzato una combinazione di piani sequenza e montaggi invisibili per dare l’illusione di un’unica, fluida ripresa.
Un villain ispirato a un gigante della tecnologia
Il personaggio di Richmond Valentine, interpretato da Samuel L. Jackson, è stato descritto come una fusione tra un supercattivo classico e un imprenditore moderno della Silicon Valley. Jackson ha voluto dare un tocco unico al personaggio, scegliendo di fargli avere una marcata balbuzie e una repulsione per la violenza – un’ironia sottile per un uomo che pianifica un genocidio globale.
Eggsy: un casting che ha lanciato una carriera
Taron Egerton, interprete del protagonista Gary “Eggsy” Unwin, era quasi uno sconosciuto prima del film. Vaughn lo scelse tra centinaia di candidati perché colpito dalla sua intensità e umanità. L’attore ha confessato di non aver mai fatto arti marziali prima del film e di aver dovuto imparare tutto da zero. Il ruolo gli ha spalancato le porte di Hollywood.
L’eleganza come forma di potere
Il guardaroba impeccabile dei Kingsman non è solo una questione estetica. I costumi, curati dalla celebre stilista Arianne Phillips, sono una dichiarazione d’intenti: lo stile è una forma di potere e identità. Molti degli abiti usati nel film sono stati prodotti da veri sarti di Savile Row, rendendo “Kingsman: Secret Service” anche un’ode alla tradizione sartoriale britannica.
Camei e omaggi nascosti in “Kingsman: Secret Service”
Il film è pieno di riferimenti ai classici dello spionaggio e della cultura pop. Ad esempio, la struttura dell’organizzazione Kingsman ricalca quella dei Cavalieri della Tavola Rotonda, con i membri che portano nomi come Galahad, Lancelot e Merlin. Inoltre, alcuni dialoghi contengono citazioni dirette a film come “007 – Agente segreto” e “Ritorno al futuro“.
Un finale alternativo (mai girato)
Secondo alcune indiscrezioni, Vaughn aveva in mente un finale ancora più controverso. Nella versione originaria della sceneggiatura, Eggsy avrebbe affrontato una prova morale ancora più oscura durante il climax del film. Tuttavia, per motivi di ritmo e tono, si decise di optare per una chiusura più trionfale – ma sempre con quel tocco irriverente che contraddistingue “Kingsman: Secret Service”.
Un successo globale, con sequel (e prequel) al seguito
Il film fu un successo inaspettato, incassando oltre 400 milioni di dollari nel mondo. Il suo successo ha dato origine a un franchise, con il sequel “Kingsman: Il cerchio d’oro” (2017) e il prequel T”he King’s Man – Le origini” (2021). Ma nessuno dei capitoli successivi è riuscito a eguagliare il mix esplosivo di novità, stile e ironia che ha reso “Kingsman: Secret Service” un cult moderno.