Nel 2020, “Hammamet”, diretto da Gianni Amelio, ha portato sul grande schermo gli ultimi anni di vita di Bettino Craxi, l’ex leader socialista italiano, esule in Tunisia. Interpretato magistralmente da Pierfrancesco Favino, il film ha scatenato dibattiti e riflessioni. Ecco alcune curiosità, retroscena e citazioni che rendono questa pellicola ancora più affascinante.
Riferimenti alla politica italiana contemporanea
Gianni Amelio ha dichiarato in più interviste che “Hammamet” non è solo un film su Craxi, ma anche una riflessione sull’Italia di oggi. I temi dell’esilio, della giustizia e del potere risuonano ancora nella politica contemporanea, rendendo la pellicola un’opera senza tempo.
Location autentiche: Hammamet e dintorni
Il film è stato girato in parte proprio ad Hammamet, la località tunisina dove Craxi visse i suoi ultimi anni. La scelta delle location non è stata solo estetica, ma anche simbolica: la villa del protagonista, con la sua vista sul mare, rappresenta sia un rifugio che una prigione dorata.
Un personaggio di fantasia, ma significativo
Uno degli elementi più discussi è la figura di Fausto, interpretato da Luca Filippi, che non rappresenta un personaggio storico reale, ma incarna la disillusione di una generazione cresciuta nel clima politico del craxismo. Fausto diventa uno specchio per il protagonista, offrendo uno sguardo critico ma umano sulla sua eredità.
Pierfrancesco Favino e la trasformazione
La performance di Pierfrancesco Favino è stata celebrata per la straordinaria somiglianza con Craxi, ma questa non è stata frutto del caso. L’attore ha trascorso ore sottoponendosi a lunghe sessioni di trucco prostetico, curate dal team di Andrea Leanza e Federica Castelli. Si stima che ogni trasformazione richiedesse circa 5 ore. Favino ha dichiarato di aver studiato non solo i discorsi pubblici, ma anche i tic e i silenzi di Craxi per restituirne l’umanità.
Un cast stellare
Oltre a Favino, “Hammamet” vanta un cast di attori di grande talento, tra cui Jasmine Trinca, Luca Marinelli e Roberto Herlitzka. Ognuno di loro ha contribuito a dare vita a personaggi complessi e sfaccettati, che ruotano attorno alla figura centrale di Craxi.
L’omaggio musicale a Ennio Morricone
La colonna sonora del film, firmata da Nicola Piovani, ha un’eco evidente del maestro Ennio Morricone. La scelta dei brani, spesso malinconici e intrisi di una dolcezza amara, accompagna lo spettatore nel viaggio emotivo del protagonista.
Il parere della famiglia Craxi
La famiglia di Bettino Craxi ha accolto il film con una certa freddezza. La figlia Stefania Craxi ha sottolineato come la pellicola sia un’opera di finzione e non una biografia, pur apprezzando alcuni aspetti della rappresentazione del padre.
Il finale enigmatico
Il finale del film ha diviso pubblico e critica per la sua scelta onirica e simbolica. La scena finale, con Craxi che si allontana in un’atmosfera quasi surreale, lascia spazio a interpretazioni personali sul significato della vita e della morte dell’ex leader.