Il film “I due papi” (The Two Popes), diretto da Fernando Meirelles e distribuito su Netflix nel 2019, è stato accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico per la sua narrazione intima, il dialogo profondo e le interpretazioni magistrali di Anthony Hopkins (Papa Benedetto XVI) e Jonathan Pryce (Papa Francesco). Ecco alcune curiosità e retroscena che hanno contribuito a rendere questa pellicola unica nel suo genere.
Un regista fuori dagli schemi
Fernando Meirelles, noto per film come “City of God” e “The Constant Gardener”, ha portato il suo stile visivo unico a “I due papi” . La sua capacità di fondere realismo e simbolismo ha dato al film una dimensione visiva intensa, che ha arricchito il racconto.
I protagonisti perfetti per “I due papi”
Jonathan Pryce è stato spesso paragonato a Papa Francesco per la loro straordinaria somiglianza fisica, tanto che i fan sui social media avevano già immaginato l’attore in quel ruolo prima ancora che il film fosse annunciato. Fernando Meirelles ha dichiarato che la scelta di Pryce è stata quasi inevitabile proprio per questa affinità naturale, oltre che per il suo talento interpretativo.
La preparazione degli attori
Anthony Hopkins e Jonathan Pryce hanno dedicato tempo alla comprensione dei loro personaggi attraverso lo studio della storia e dei discorsi ufficiali dei due papi. Hopkins, in particolare, ha approfondito il passato accademico e il rigore intellettuale di Papa Benedetto XVI per catturare la sua personalità riservata e introspettiva.
Un incontro immaginario
Una delle prime curiosità che balzano all’occhio è che l’incontro tra Benedetto XVI e Bergoglio, così come rappresentato nel film, è in gran parte frutto della fantasia degli sceneggiatori. Non esistono prove storiche che attestino un incontro così lungo e dettagliato tra i due papi prima delle dimissioni di Ratzinger.
Un dialogo basato su eventi reali (ma romanzati)
La sceneggiatura, scritta da Anthony McCarten, è ispirata a eventi storici e alle dichiarazioni ufficiali dei due pontefici, ma molti dialoghi sono stati romanzati per motivi drammaturgici. L’obiettivo era esplorare non solo la politica della Chiesa, ma anche il lato umano dei due leader spirituali.
L’improvvisazione nei momenti clou
Alcune delle scene più intense sono nate da momenti di improvvisazione tra Hopkins e Pryce. Questo ha aggiunto autenticà e profondità emotiva ai dialoghi, che si percepiscono come genuini e spontanei.
La musica come ponte emotivo
La colonna sonora del film gioca un ruolo fondamentale nel sottolineare i momenti di tensione e introspezione. Il tango, un elemento chiave della cultura argentina e della vita di Jorge Mario Bergoglio (Papa Francesco), viene usato come metafora del legame tra passato e presente.
Location autentiche e ricostruite
Sebbene “I due papi” sembri girato principalmente in Vaticano, molte scene sono state realizzate in altre location. Per esempio, la Cappella Sistina è stata ricreata meticolosamente in uno studio cinematografico a Cinecittà, a Roma. Gli artisti hanno lavorato per settimane per replicare fedelmente gli affreschi di Michelangelo.
Una riflessione sui temi contemporanei
Pur raccontando una storia apparentemente intima e personale, il film affronta temi universali e attuali, come il bisogno di cambiamento, il peso della tradizione e la complessità del perdono. Questo lo rende più di un semplice biopic: è una riflessione sulla spiritualità e sull’umanità.
Il mix di lingue
In “I due papi” vengono usati diversi idiomi, tra cui il latino, l’italiano, l’inglese, lo spagnolo e il tedesco, riflettendo la multiculturalità della Chiesa Cattolica e la diversità dei suoi leader.
“I due papi” : Un successo premiato
“I due papi” ha ottenuto numerose nomination, inclusi i Golden Globe e gli Oscar, ed è stato elogiato per le sue interpretazioni e la sceneggiatura. Pur non avendo vinto i premi più importanti, è considerato uno dei migliori film del 2019.