Il film del 2012, “ACAB – All Cops Are Bastards”, diretto da Stefano Sollima, ha suscitato un dibattito acceso sin dalla sua uscita. Basato sul romanzo di Carlo Bonini, il film offre uno sguardo crudo e provocatorio sul mondo della polizia, in particolare sulle unità speciali. Ma cosa c’è dietro le quinte di questa pellicola così controversa? Scopriamo insieme alcune curiosità e retroscena.
1. ACAB: Un acronimo provocatorio
Il titolo stesso del film, “ACAB”, è un acronimo per “All Cops Are Bastards” (Tutti i poliziotti sono bastardi), un’espressione spesso utilizzata nei movimenti contro la polizia. Questa espressione di protesta è nata nel Regno Unito negli anni ’70.
2. Ispirato a una storia vera
La trama si basa su una storia vera, quella di una squadra di celerini romani. Carlo Bonini, autore del romanzo, ha condotto un’approfondita ricerca sul mondo della polizia per rendere il suo racconto il più realistico possibile. Sollima ha comunque introdotto alcune modifiche per adattare la narrazione al linguaggio cinematografico. Mentre il libro è una raccolta di storie e interviste, il film costruisce un intreccio narrativo che ruota attorno alle vite di tre poliziotti del reparto mobile (i “celerini”) e di un giovane aspirante agente.
3. Il coinvolgimento diretto delle forze dell’ordine
Per garantire un livello di realismo elevato, il regista e gli attori hanno collaborato con veri esponenti delle forze dell’ordine. Alcuni membri del cast hanno trascorso del tempo con i celerini per comprendere meglio le dinamiche interne del corpo di polizia, acquisendo dettagli autentici sui comportamenti, i linguaggi e le tensioni quotidiane del loro lavoro.
4. Il cast di “ACAB”
“ACAB” vanta un cast di attori italiani di grande talento, tra cui Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro e Marco Giallini. Le loro interpretazioni intense e realistiche hanno contribuito a rendere i personaggi credibili e a far immedesimare lo spettatore nella loro difficile realtà.
5. La violenza come linguaggio
La violenza è uno degli elementi centrali del film. Le scene di scontri tra polizia e manifestanti sono rappresentate in modo crudo e realistico, suscitando nello spettatore un forte impatto emotivo. Questa scelta stilistica è stata oggetto di numerose critiche, ma allo stesso tempo ha contribuito a rendere “ACAB” un’opera potente e memorabile.
6. La regia di Stefano Sollima
Stefano Sollima, figlio del celebre regista di western Sergio Sollima, è noto per il suo stile realistico e crudo. “ACAB” è il suo primo lungometraggio, ma Sollima aveva già dimostrato il suo talento nella regia di serie TV come “Romanzo Criminale”. Il film conferma il suo approccio immersivo e la capacità di gestire storie corali e intense.
7. Accoglienza internazionale
Sebbene “ACAB” sia un film profondamente radicato nella realtà italiana, ha riscosso successo anche all’estero, venendo presentato in vari festival internazionali. La sua universalità nel trattare temi come la violenza e la giustizia ha permesso di raggiungere un pubblico globale.
8. ACAB: la serie Tv Netflix
La serie “ACAB”, trasmessa nel 2025, è ispirata all’omonimo libro di Carlo Bonini e al film.