Quando si parla di horror anni ’90, la saga di “Scream” occupa un posto d’onore. Tuttavia, il terzo capitolo, “Scream 3”, uscito nel 2000, si distingue per essere uno dei più controversi della serie. Tra problemi di produzione, cambiamenti nella sceneggiatura e interessanti camei, questo film nasconde retroscena che meritano di essere scoperti.
“Scream 3”: Un cambio di direzione dovuto a fatti reali
Dopo il successo dei primi due capitoli, “Scream 3” avrebbe dovuto essere ancora più cupo e violento. Tuttavia, la sceneggiatura originale fu radicalmente modificata a seguito della strage di Columbine del 1999, che spinse la produzione a ridurre il livello di violenza nel film. Il risultato fu un tono più leggero e meno cruento rispetto ai predecessori, con un maggiore focus sulla componente meta-cinematografica.
Il ruolo di Kevin Williamson e il nuovo sceneggiatore
Kevin Williamson, il creatore della saga e sceneggiatore dei primi due film, aveva già scritto un trattamento per “Scream 3“, ma gli impegni con altri progetti lo costrinsero a cedere il testimone. Ehren Kruger, autore di “The Ring”, prese il suo posto e riscrisse gran parte della storia, portando cambiamenti significativi nel tono e nella direzione del film.
Il ritorno (quasi mancato) di Neve Campbell
Neve Campbell, interprete della protagonista Sidney Prescott, aveva un’agenda molto fitta e fu disponibile solo per un periodo limitato di riprese. Per questo motivo, il suo personaggio appare meno rispetto ai precedenti capitoli, con molte scene girate separatamente rispetto al resto del cast.
Camei sorprendenti di “Scream 3”
“Scream 3” è noto anche per le sue apparizioni inaspettate. Tra queste spicca il cameo di Jay e Silent Bob, personaggi iconici interpretati da Jason Mewes e Kevin Smith. Anche la star di “Friends”, Courteney Cox, propose un look inedito per la sua Gale Weathers, sfoggiando una frangetta che ancora oggi divide i fan.
Un cast sotto copertura
Immaginate di essere un attore e di venire ingaggiato per un ruolo in un film. Fin qui, tutto nella norma. Ma cosa succederebbe se, durante le riprese, scopriste di essere il killer senza averlo mai saputo prima? Questa è la storia di Scott Foley, l’attore che ha interpretato il regista Roman Bridger, rivelatosi poi essere l’assassino di “Scream 3”. L’attore ha raccontato di aver appreso la verità solo due settimane dopo l’inizio delle riprese, quando il regista Wes Craven lo chiamò per rivelargli il suo ruolo cruciale nella trama.
Il finale
Il film ha avuto diversi finali considerati durante la produzione. In uno di questi, il vero assassino avrebbe avuto un complice, e la storia sarebbe stata ancora più intricata. Tuttavia, la versione definitiva rivelò che il killer era Roman Bridger, fratellastro segreto di Sidney, portando così la saga a chiudere un cerchio narrativo iniziato nel primo film.
L’uso innovativo delle telefonate in “Scream 3”
La saga di “Scream” è famosa per le chiamate inquietanti da parte del killer, ma in “Scream 3” viene introdotta una novità: il killer utilizza un modulatore di voce in grado di imitare chiunque. Questa scelta aumentò la tensione e il senso di paranoia tra i personaggi.
Il confine tra realtà e finzione
Il film è ambientato sul set di “Stab 3”, una sorta di “film nel film” ispirato agli eventi raccontati nella saga di “Scream“. Una trovata metacinematografica che gioca con lo spettatore, portandolo a riflettere sul rapporto tra realtà e finzione nel mondo del cinema.
La critica e la ricezione del pubblico
“Scream 3” ricevette recensioni contrastanti: alcuni critici lo considerarono un degno epilogo della trilogia, mentre altri lo giudicarono il capitolo più debole a causa del tono meno horror e più satirico. Nonostante ciò, il film fu un successo al botteghino, incassando oltre 160 milioni di dollari in tutto il mondo, confermando il successo della saga e la sua capacità di appassionare il pubblico.