Uscito nelle sale nel 1982, “Grand Hotel Excelsior” è diventato uno dei titoli più amati della commedia all’italiana. Diretto da Castellano e Pipolo e interpretato da un quartetto d’eccezione – Adriano Celentano, Enrico Montesano, Carlo Verdone e Diego Abatantuono – il film rappresenta un piccolo universo comico ambientato nel microcosmo di un lussuoso albergo immaginario. Ma cosa si cela dietro le quinte di questa pellicola diventata cult? Scopriamolo.
Un cast che sembrava impossibile da riunire
All’inizio, mettere insieme quattro attori così noti e con stili comici così diversi sembrava una sfida quasi irrealizzabile. Celentano era già una leggenda della musica e del cinema, Montesano un pilastro della commedia romana, Verdone un giovane talento in ascesa, e Abatantuono il volto più irriverente della nuova comicità milanese. Eppure, la produzione riuscì nell’impresa, e il risultato fu un’alchimia perfetta, anche se pare che sul set non mancassero le scintille, soprattutto per questioni di “spazio” comico.
“Grand Hotel Excelsior”: Un hotel che non esiste davvero
Nonostante le magnifiche scenografie, l’hotel in questione non è un vero albergo. Gli interni furono ricreati in parte negli studi cinematografici, mentre alcune scene furono girate in location realmente esistenti ma riadattate per sembrare parte del medesimo edificio. Il nome stesso, “Grand Hotel Excelsior”, richiama eleganza e prestigio, ma non corrisponde a una struttura reale precisa.
L’episodio del pugile… ispirato a una storia vera?
Il personaggio di Diego Abatantuono, l’allenatore pasticcione di un pugile improbabile, sembra ispirarsi liberamente a episodi realmente accaduti nel mondo del pugilato dilettantistico italiano. Secondo alcune indiscrezioni, l’idea nacque da un racconto ascoltato da uno degli sceneggiatori durante un incontro in una palestra romana: un pugile che non aveva mai vinto un incontro… ma continuava ad allenarsi con convinzione.
Una “gara di charme” fra i protagonisti di “Grand Hotel Excelsior”
Durante le riprese, pare che si fosse innescata una simpatica competizione tra gli attori su chi riuscisse a improvvisare meglio o far ridere di più il cast tecnico. Verdone, in particolare, era noto per proporre varianti alle battute scritte, alcune delle quali furono effettivamente mantenute nel montaggio finale. Celentano, invece, giocava con il suo personaggio di direttore-manager cantante, creando un mix tra ironia e autocaricatura che risultò irresistibile.
Il mistero delle comparse
Molti volti che compaiono tra i clienti dell’albergo o tra i ballerini del celebre finale sembrano noti agli occhi più attenti. Si tratta, in diversi casi, di attori e attrici di teatro, cabarettisti dell’epoca, e persino parenti e amici del cast. La scena finale, una sorta di musical improvvisato, fu girata in più giorni e in un clima di festa generale, al punto che alcuni partecipanti hanno raccontato di essersi sentiti parte di una grande compagnia teatrale, più che di un set cinematografico.
Il film che “non doveva funzionare”… e invece fu un successo
Inizialmente, “Grand Hotel Excelsior” fu accolto con scetticismo da parte di alcuni critici e persino da una parte della produzione. La struttura episodica, il tono da commedia leggera e la coralità estrema sembravano elementi rischiosi. Ma il pubblico premiò il film, decretandone un successo clamoroso: incassi altissimi e repliche infinite in TV ne hanno fatto un cult trasversale, amato da più generazioni.
Le improvvisazioni che cambiarono la sceneggiatura
Non tutto ciò che vediamo sullo schermo era previsto nel copione. Alcune scene, in particolare quelle più surreali, nacquero direttamente sul set. Una delle più famose – la performance musicale di Celentano con un’orchestra improvvisata – fu modificata in corso d’opera grazie a un’intuizione dell’artista, che propose di trasformarla in una gag visiva con movimenti “sincronizzati” tra strumenti e personale dell’albergo.
Il successo di “Grand Hotel Excelsior” oltre i confini
Anche se “Grand Hotel Excelsior” è un film profondamente italiano, il suo humor visivo e la natura universale dei personaggi lo hanno reso molto popolare anche all’estero, in particolare nei Paesi di lingua spagnola e in alcune parti dell’Est Europa. In alcune versioni doppiate, furono modificati i nomi dei personaggi per adattarli al pubblico locale, ma senza snaturare la comicità originale.
Una colonna sonora da riscoprire
La musica del film, orecchiabile e perfettamente in sintonia con l’atmosfera ironica della pellicola, è rimasta impressa a molti spettatori. Curiosamente, non fu mai pubblicata una colonna sonora ufficiale completa, ma alcune tracce sono riemerse negli anni grazie a collezionisti e appassionati del genere.