Quando “2 Fast 2 Furious” uscì nelle sale nel 2003, aveva il compito di dimostrare che la saga di “Fast & Furious” poteva sopravvivere senza la presenza di Vin Diesel. Nonostante le incertezze iniziali, il film diretto da John Singleton si rivelò un successo al botteghino e consolidò il franchise come un pilastro dell’action cinematografico. Ma cosa si nasconde dietro la realizzazione di questo adrenalinico sequel? Ecco alcune curiosità e retroscena che forse non conoscevi.
Vin Diesel rifiutò “2 Fast 2 Furious” per motivi creativi
Dopo il successo del primo “Fast & Furious“, Universal voleva replicare la formula vincente con un seguito diretto. Tuttavia, Vin Diesel decise di non prendere parte al progetto, ritenendo che la sceneggiatura non fosse all’altezza e che il film rischiasse di diventare “un semplice sequel commerciale”. La sua assenza portò alla creazione di una nuova storia incentrata su Brian O’Conner, interpretato da Paul Walker, e sull’introduzione di nuovi personaggi.
Il cameo mancato di Vin Diesel
Sebbene Diesel avesse rifiutato di recitare nel film, la produzione considerò l’idea di inserirlo in un cameo alla fine della pellicola. Questo avrebbe dovuto gettare le basi per un futuro ritorno del suo personaggio, ma l’idea venne scartata. Diesel sarebbe poi tornato nella saga con “Fast & Furious – Solo parti originali” del 2009.
Il debutto di Tyrese Gibson e Ludacris nel franchise
Con l’uscita di scena di Vin Diesel, fu necessario trovare un nuovo compagno d’avventure per Brian. Il ruolo andò a Tyrese Gibson, che interpretò Roman Pearce, un vecchio amico di O’Conner. “2 Fast 2 Furious” segnò anche l’ingresso nel cast di Chris “Ludacris” Bridges nei panni di Tej Parker, un personaggio che inizialmente doveva essere interpretato da Ja Rule, il quale rifiutò l’offerta per concentrarsi sulla musica.
Macchine da sogno e corse mozzafiato
“2 Fast 2 Furious” è ricordato per il suo incredibile parco auto. Tra le più iconiche troviamo la Mitsubishi Lancer Evolution VII di Brian, la Nissan Skyline GT-R R34 e la Dodge Challenger R/T. Ogni veicolo venne modificato per adattarsi alle riprese, con alcuni modelli creati appositamente per le scene più spettacolari.
Gli inseguimenti erano reali (con qualche trucco cinematografico)
Gran parte delle scene di corsa e inseguimenti vennero girate dal vivo, con stunt driver professionisti al volante. Tuttavia, per alcune sequenze ad alto rischio vennero utilizzate auto telecomandate in scala, un trucco che permise di ottenere scene mozzafiato senza mettere in pericolo il cast e la troupe.
L’omaggio a Miami e alla cultura delle corse clandestine
“2 Fast 2 Furious” è ambientato a Miami, una scelta voluta per differenziare il sequel dal primo capitolo, girato a Los Angeles. La città, con i suoi colori vivaci, il clima tropicale e l’influenza della cultura latina, ha reso le scene di gara ancora più immersive. Gli sceneggiatori hanno anche attinto dalla vera scena delle corse clandestine di Miami per rendere l’ambientazione più autentica.
Un successo che ha consolidato il franchise
Nonostante l’assenza di Dominic Toretto, “2 Fast 2 Furious” riuscì a incassare oltre 236 milioni di dollari in tutto il mondo, dimostrando che il pubblico era affamato di velocità e adrenalina. Il successo del film contribuì a spianare la strada per i capitoli successivi e a trasformare “Fast & Furious” in una delle saghe cinematografiche più redditizie della storia.